Covid 19 – ultimi aggiornamenti dallo Spallanzani

Riceviamo dall’Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”

— TUTTE LE INFO CHE DESIDERATE DALL’ISTITUTO SPALLANZANI DI ROMA a questo link: https://www.inmi.it/comunicazionI

Ultimi aggiornamenti di rilievo:

La velocità di ricambio dell’aria e la durata dell’esposizione sono le due variabili che determinano il livello di diffusione del contagio sui mezzi di trasporto: è quanto emerge da una ricerca effettuata in Cina sul caso di un giovane infetto di 24 anni, che ha preso in sequenza due autobus, nello stesso pomeriggio, infettando nel complesso dieci persone: otto sul primo e soltanto due sul secondo (pag. 13)

Non sembra vi siano differenze significative nei tassi di infezione tra adulti e bambini all’interno dei nuclei familiari: è quanto emerge da una ricerca dei CDC, che ha rilevato inoltre come tra i bambini la percentuale di infezioni asintomatiche è quattro volte superiore rispetto agli adulti (pag. 18)

Una ricerca realizzata congiuntamente dal Karolinska Institute di Stoccolma e dal Policlinico San Matteo di Pavia ha dimostrato la persistenza di una risposta immunitaria di lunga durata, sino a 15 mesi, nei pazienti che hanno avuto l’infezione (pagg. 23-24)

Le persone con disturbi mentali sono a maggior rischio di decesso per Covid-19. Uno studio realizzato dal King’s College di Londra sui decessi avvenuti durante la prima ondata pandemica ha calcolato che per coloro che avevano disturbi dell’apprendimento i decessi sono stati nove volte più alti rispetto alla popolazione generale, e per quelli con disturbi alimentari quasi cinque volte più alti. Per le persone con disturbi della personalità e quelle con demenza, le morti da Covid-19 sono risultate circa quattro volte più alte rispetto alla popolazione generale, e più di tre volte più alte nelle persone con schizofrenia (pagg. 30-31)

Le donne in gravidanza vaccinate, se contraggono l’infezione, hanno molte meno probabilità di avere forme gravi di Covid-19: è quanto emerge da una ricerca effettuata in un ospedale della Louisiana, dove su circa 10.000 donne incinta polsitive al virus tra il 15 giugno e il 20 agosto 2021, si è registrato un solo caso di Covid-19 grave tra le circa 1.300 vaccinate contro 58 tra le 8.800 non vaccinate, 15 infezioni sintomatiche contro 291, nessun ricovero in terapia intensiva e nessun decesso contro rispettivamente cinque e uno, nessun bambino nato morto contro sei (pag. 48)

L’immunità conferita dal vaccino o da una precedente infezione riduce notevolmente la diffusione del virus all’interno dei nuclei familiari: è quanto emerge da una ricerca realizzata in Svezia su 800.000 nuclei familiari per un totale di 1,8 milioni di persone tra il 15 aprile e il 26 maggio 2021. Le presenza in famiglia di un componente immunizzato ha ridotto per gli altri componenti il rischio di contrarre l’infezione del 45-61%, che sale al 75-86% nelle famiglie con due componenti immuni, al 91-94% con tre componenti immuni, e al 97% con quattro componenti immuni (pagg. 49-50)

Il SAGE, il gruppo internazionale di esperti che assiste l’OMS per quanto riguarda le decisioni strategiche sulle politiche vaccinali, ha raccomandato che venga somministrata una dose aggiuntiva di vaccino Covid-19 alle persone immunocompromesse, dal momento che esse hanno meno probabilità di rispondere adeguatamente al ciclo ordinario di vaccinazione e sono ad alto rischio di sviluppare forme gravi di Covid-19. IL SAGE ha raccomandato inoltre la somministrazione della terza dose agli adulti di più di 60 anni che hanno ricevuto i vaccini a virus inattivato Sionopharm e Sinovac (pagg. 52-53)

Dal nono rapporto di sorveglianza dell’AIFA sui vaccini COVID-19, relativo al periodo 27 dicembre 2020-26 settembre 2021, emerge un totale di 101.110 sospette reazioni avverse su 84.010.605 somministrazioni, pari a 120 casi su 100.000 somministrazioni. Di queste, 14.605, pari a 17 casi su 100.000, sono state classificate come gravi, ma solo per 4.301 la reazione è sicuramente correlabile alla vaccinazione. I decessi complessivi sono stati 608, 0,72 per 100.000 somministrazioni, ma solo in 16 casi complessivi, pari a 0,19 casi per milione di somministrazioni vaccinali, il decesso è stato giudicato correlabile alla vaccinazione (pag. 54)

Un paziente su 200 tra quelli con forme lievi di Covid-19, e uno su 40 tra quelli con forme moderate, sviluppano entro quattro settimane dall’infezione fenomeni trombo-embolici: è quanto emerge da una ricerca su circa 2.300 pazienti che si sono presentati al pronto soccorso dell’ospedale universitario di Angers, in Francia (pag. 55)

La Merck ha presentato alla FDA la richiesta per l’autorizzazione del molnupiravir, farmaco antivirale a somministrazione orale, per il trattamento di forme lievi e moderate di Covid-19 in soggetti a rischio (pag. 64)

Uno studio condotto su pazienti Covid-19 ospedalizzati non critici ma a rischio di tromboembolie ha evidenziato una incidenza di fenomeni trombo-embolici del 28,7% tra i pazienti trattati con dosi elevate di eparina a basso peso molecolare, contro il 41,9% dei pazienti trattati con basse dosi (pag. 67)

L’11 ottobre ha iniziato ad esaminare la richiesta di autorizzazione sottoposta dalla Roche per il cocktail di anticorpi monoclonali Ronapreve (casirivimab/imdevimab), sia per il trattamento di adulti ed adolescenti di età superiore ai 12 anni con Covid-19 in forma lieve o moderata che non richiedono ossigenoterapia e che sono a rischio di progredire verso forme severe, sia per la prevenzione della malattia (pag. 69)

Uno studio sull’uso del cocktail di anticorpi monoclonali AZD7442 di AstraZeneca sui pazienti con Covid-19 confermato in forma lieve o moderata non ospedalizzati ha stimato una riduzione del 50% del rischio di sviluppare forme severe o di decesso, che sale al 67% per i pazienti che hanno assunto il farmaco entro cinque giorni dalla comparsa dei sintomi (pag. 72)

La pandemia ha causato una battuta d’arresto nella lotta alla tubercolosi. Secondo un rapporto appena pubblicato dall’OMS, nel 2020, per la prima volta in oltre un decennio, i decessi per tubercolosi in tutto il mondo sono aumentati, da 1,4 milioni a 1,5 milioni. Inoltre è fortemente diminuito il numero di nuove diagnosi, di pazienti curati e di trattamenti profilattici erogati, ed è diminuita la spesa complessiva per i servizi essenziali (pag. 74)

Due ricerche, pubblicate da Nature e da BMJ, sottolineano i rischi e le conseguenze negative collegate all’attività dei comunicatori scientifici e degli scienziati che hanno avuto più esposizione mediatica: minacce, intimidazioni, molestie, denunce vessatorie, violenze fisiche (pag. 88)

La biotech tedesca CureVac ha annunciato di aver abbandonato lo sviluppo del proprio vaccino a mRNA, CVnCoV, per dedicarsi, in cooperazione con GSK, allo sviluppo di un nuovo vaccino a mRNA, CV2CoV, attualmente ancora in fase preclinica (pag. 37)

Il vaccino a proteine ricombinanti della cinese Zhongyianke Biotech passa in fase 3 di sperimentazione clinica (pag. 38)

La Biotech Indonesiana PT Bio Pharma ha avviato la sperimentazione clinica di fase 1 / 2 di un vaccino a proteine ricombinanti (pag. 39)

L’Iran approva l’utilizzo del vaccino australiano a proteine ricombinanti Spikogen (pag. 41)

Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” – I.R.C.C.S.
Via Portuense 292 – 00149 Roma

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