I fatti che non vorremmo sentire – tensioni serbo-kosovare a livelli senza precedenti

La Serbia pone le truppe in stato di massima allerta

Il Kosovo non è riconosciuto da molto paesi;  permane l’opposizione di alcune grandi potenze, quali Russia (storica alleata di Belgrado), Cina, India, Brasile, e dubbi da parte di alcuni Paesi europei, quali Spagna, Cipro, Grecia, Slovacchia e Romania. Questa situazione ha causato continue tensioni, più o meno gravi; retaggio di quella ” sporca ” guerra voluta dalla Nato nella ex Jugoslavia.

 “prendere tutte le misure [necessarie] per proteggere il popolo serbo in Kosovo”, lo ha detto il presidente serbo; ponendo in stato di massima allerta le truppe del Paese

Secondo la BBC: Pristina starebbe preparando “un attacco” alle aree di etnia serba nel nord del Kosovo.

Il governo di Pristina (capitale del Kosovo), non ha rilasciato commenti sulle dichiarazioni sopra citate. Tuttavia, accusò Vucic (presidente della Serbia) di fare “giochi” per fomentare le frizioni.

 Già il 26 dicembre, le forze di pace della NATO di stanza in Kosovo, la KFOR, riferirono di avviate indagini su una sparatoria avvenuta nella critica  settentrionale del Kosovo, dove vivono molti gruppi etnici serbi. Le truppe della KFOR hanno esortato alla calma.

“È importante che tutte le parti coinvolte evitino qualsiasi retorica o azione che possa causare tensioni e far degenerare la situazione”, ha dichiarato la KFOR

Aggrava le tensioni la notizia che lunedì 26 dicembre, il Patriarca serbo Porfirije si è visto negare l’ingresso in Kosovo a un valico di frontiera; per la consegna di un messaggio di pace per il Natale serbo-ortodosso, che si celebra il 7 gennaio.

Le  tensioni tra Belgrado e Pristina sono ritornate alte dal mese di novembre.

Le tensioni si sono acuite  quando sono state emesse multe ai possessori di auto con targa serba presenti in Kosovo; perché la Serbia non riconosce il Kosovo e  gli abitanti serbi mantengono targhe non kosovare.

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