Il Sudafrica è solo nella ricerca di giustizia ?

Sudafrica  è solo?

Il Sudafrica si è rivolto al Tribunale internazionale dell’Aia , accusando Israele di aver compiuto un genocidio contro i palestinesi.

La Corte non ha ordinato un cessate il fuoco, ma ha intimato a Israele di prevenire atti di genocidio a Gaza.

Il Tribunale internazionale dell’Aia ha respinto il ricorso presentato da Israele contro le accuse di genocidio mosse dal Sudafrica per la guerra nella Striscia di Gaza, con la seguente motivazione: le accuse rientrano nelle disposizioni della Convenzione sul genocidio.

La giudice Joan E. Donoghue, presidente della Corte dell’Aia,  ha detto di disporre di prove sufficienti per una valutazione dei presunti atti di genocidio commessi da Israele contro il popolo palestinese.

Per dovere di cronaca va precisato che, se  la corte riuscirà a far valere le sue direttive, perché  le sentenze della Corte internazionale di giustizia sono vincolanti, in realtà di fatto non esiste alcun meccanismo di applicazione delle medesime sentenze. 

Israele ha respinto con forza questa accusa definendola: “priva di fondamento”.

Il premier Netanyahu si è limitato a sostenere che Israele:  “ continuerà a difendere sé stesso e i suoi cittadini rispettando il diritto internazionale”.

E’ un fatto che il numero dei morti civili tra i Palestinesi, per ogni giorno di guerra, è enormemente più alto  a quello delle guerre degli ultimi anni e della stessa guerra in Ucraina.

Ha scritto Nesrine Malik sul Guardian;  “L’importanza del fatto che il paese che porta avanti l’istanza sia il Sud Africa [Paese che ben conosce le devastazioni del colonialismo, degli insediamenti e dell’apartheid], non può essere sfuggita a nessuno” , quindi questo caso:  “mostra come la logica occidentale si stia indebolendo e il suo potere persuasivo stia diminuendo in un mondo multipolare”.

Per molti quello che succede a Gaza ci rivela l’ipocrisia e il fastidio dell’Occidente nel pretendere da Israele una spegazione per le sue azioni; ormai ben oltre la pura vendetta per le violenze subite.

Sylvie Kauffmann di Le Monde, scive che quello che sta succedendo a Gaza  “è la denuncia del Sud del mondo contro i criteri di un vecchio ordine dominato dall’Occidente, la cui presunta superiorità morale viene sempre più messa in discussione”.

Si ipotizza che la pressione internazionale nei confronti di Netanyahu e del suo governo sarà sempre più imponente nelle prossime settimane; anche se un cessate il fuoco pare ancora lontano..

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