Donne – perche’ tanta violenza sulle donne anche in Italia ? perche’ tanti stupri in India ?

cover animali trampoliere

Se ne parla meno, ma il problema NON è affatto risolto

PERCHE’ TANTA VIOLENZA CONTRO LE DONNE ?

Le due situazioni, quella indiana e italiana, hanno sicuramente dei punti in comune …

GLI ITALIANI VANNO ALL’ESTERO PER TURISMO SESSUALE – UNA STATISTICA CHE SIPEGA MOLTO SU COME MOLTI UOMINI ITALIANI VIVONO IL SESSO: non dimentichiamo che l’Italia detiene un triste primato nel turismo sessuale … in tutto il mondo meno emancipato  ed economicamente più povero …

ANCHE IN ITALIA?

Oggi siamo basiti davanti alle notizie di continui stupri in India; dove vengono coinvolte anche bambine piccolissime e donne di ogni età.

Ma non possiamo dimenticare che, nella “civilissima” Italia, meno di 50 anni fa esisteva ancora il “delitto d’onore” riconosciuto per legge, a difesa dell’uomo “danneggiato” nel suo onore dal tradimento della sua donna o moglie.

Non dimentichiamo che in ITALIA, il traffico sessuale dalla Nigeria, per esempio, è in questi giorni oggetto di attenzione e investigazione anche da parte dell’FBI per una questione di minorenni – sesso e traffico di sesso e organi … evidentemente anche in Italia non mancano questo tipo di clienti…

Parliamo di India, perché è qui che, pare, sia molto diffusa la violenza alle donne, ma i Paesi coinvolti, sappiamo, sono moltissimi …. come a casa nostra e con l’aumento della popolazione mondiale, il basso tasso culturale della maggioranza della popolazione, le migrazioni, l’avvicinamento di culture molto diverse, i problemi non possono che acuirsi … non è razzismo è solo prendere atto di una logica conseguenza; ci rifiutiamo di sottometterci alla regola del non raccontare le cose più brutte …

NON DIMENTICHIAMO CHE MENO SI SA DELL’ALTRO, PIU’ SIAMO CONVINTI CHE IL NOSTRO MODO DI PENSARE SIA SUPERIORE AL SUO = più ignoranza più problemi.

E nelle periferie di tutto il mondo la cultura non ha certo un posto importante ...anzi la cultura di internet, nella maggioranza dei casi, porta a isolamento e lettura di solo quello in cui crediamo o siamo interessati; ignorando tutto il resto …

Le due situazioni, quella indiana e italiana, hanno sicuramente dei punti in comune come, del resto, lo hanno con tutte le violenze verso il mondo femminile nel mondo.

Alla base della violenza sta l’ emancipazione, ovvero l’apertura al nuovo da parte delle donne,  parallela ad una situazione di totale volontaria chiusura, o volontà di ignorare quanto le donne siano cambiate, da parte dell’uomo.

Ne consegue una profonda rottura con le tradizioni nel mondo femminile, alla quale non corrisponde alcun adeguamento da parte del maschio che rimane legato alla tradizione ed ai suoi valori; scoppia così la violenza contro la donna per assoggettarla al proprio volere.

Il maschio, cresciuto in un ambiente dove era considerato, sin dalla nascita, come il futuro padrone della famiglia, si trova privato del suo potere; anche dalle leggi che approvano il divorzio.

Non essendo abituato, come lo è la donna sin da bambina, ad “abbassare la testa” ma, al contrario, abituato a non controllare i suoi istinti, l’uomo si ritrova con una rabbia animalesca ed una frustrazione che non riesce a dominare.

La fisiologia umana comprende una larga parte cerebrale istintiva e solo una piccolissima parte razionale, quest’ultima può avere la prevalenza su quella istintivo-animalesca solo se “addestrata”. Il che richiede uno sforzo razionale rifiutato; perché cambaire comporta grande FATICA (= obbligare la parte istintuale del cervello a sottostare alla parte logico-razionale, spirito di adattamento e rinuncia al potere dell’uomo riconosciuto dalla tradizione o perché non ci si è mai posti il problema perché è più FACILE ignorare ei problemi che AFFRONTARLI).

La frustrazione per subire una situazione che non si tollera, viene riversata indistintamente sulla donna (considerata solo come femmina), che non accetta di assoggettarsi alle regole della tradizione, senza porsi alcun limite morale: sia essa bimba di 5 anni o donna con accanto il marito; l’obbiettivo è umiliare la donna in quanto tale, a volte senza alcuna distinzione.

Il maschio, offeso nel suo orgoglio, vuole punire chi ha attentato al suo potere.

La violenza è volontà di umiliazione e punizione; la donna violentata sia in Italia, ma ancor più in India, dove i matrimoni sono ancora combinati, non potrà sposarsi facilmente o non potrà sposarsi affatto.

La donna che denuncia la violenza sarà additata a vita e così il violentatore ha possibilità di farla franca; le denunce non sono scontate.

In India, poi, la legge e la polizia sono sempre dalla parte dello stupratore; tanto che ci sono state numerosissime manifestazioni contro questa situazione.

Oggi il Parlamento indiano dibatte sulle pene per gli stupratori.

Ma l’esperienza italiana, e non solo, dimostra che non basta la legge ( che è sempre troppo leggera con questo genere di pene ) a fermare la rabbia animalesca e l’odio verso il sesso femminile da parte di un maschio che si sente “violentato” nel suo potere assoluto.

Il maschio quando si sente debole o indebolito nel suo potere, ricorre alla forza per imporre quello che vanta come diritto.

 

 

 

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