Arte a Lugano – Il nuovissimo museo LAC e la nuova sede del Museo delle Culture – Primo incontro sulla storia del pettine

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La nuova futura sede del Museo delle Culture a Lugano; Villa Malpensata.

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Pettine giapponese.

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Decorazione di pettine giapponese.

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Pettini in materiali preziosi: tartaruga e avorio.

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Pettini che si ispirano al design e all’arte contemporanea.

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Pettine firmato Lalique.

Il Museo delle Culture di Lugano ha presentato, lo scorso lunedì 19 settembre 2016, un seminario di studi intitolato «Gioie fra i capelli. Pettini ornamentali della Collezione Antonini»; presso la sala conferenze di Villa Malpensata, in Riva Caccia 5 a Lugano.

UN PREZIOSO REGALO DA VALORIZZARE

La Collezione Antonini

La Collezione Antonini, donata al Museo delle Culture di Lugano da Gabriella Antonini, si compone di oltre mille pettini decorativi, per lo più di fattura e gusto europei e del periodo che va dalla metà del XIX secolo agli anni ’30 del Novecento – quando cioè le donne hanno iniziato a portare i capelli corti rinunciando a pettinarli e ad agghindarli con forcine, fermagli e pettini decorativi.

La collezione comprende 300 pettini di tartaruga, 300 di materie plastiche, 80 di corno, 30 di avorio e 150 di metallo. Completano la raccolta circa 200 ornamenti provenienti perlopiù da Cina, Giappone, Indonesia e Oceania.

Un gran numero di pettini, soprattutto quelli etnici, sono stati raccolti direttamente sul campo dalla collezionista milanese a partire dagli anni ’80, altri sono stati acquistati curiosando fra le bancarelle e gli antiquari di mezza Europa e addirittura all’asta.

Molti pettini sono firmati da importanti designer del settore. Ed è curioso sapere che una delle più importanti fabbriche europee di pettini decorativi ha avuto sede in Svizzera, a Mümliswil, tra Berna e Basilea (maggiori informazioni a questo link). Al suo apice la ditta è arrivata ad avere 400 dipendenti ed è stata attiva dal 1792 fino al 1990. Oggi rimane un Museo (www.haarundkamm.ch/home).

IL SEMINARIO

Introduzione di Francesco Paolo Campione, direttore del Museo delle Culture; sono poi intervenuti  quattro relatori:

Jen Cruse, collezionista ed esperta di arti applicate («Elementi per una storia dei pettini decorativi», in inglese);

Paola Venturelli, curatrice del Museo del Gioiello – Basilica Palladiana di Vicenza («Il pettine come gioiello. Simboli, estetica, pratiche sociali e culturali»);

Catherine Olliveaud, collezionista, esperta di arte applicata e curatrice del sito www.creative-museum.com («Designers degli ornamenti per capelli. Dall’Art Nouveau ai giorni nostri», in inglese);

Rosanna Pavoni, direttore scientifico dello Studio Museo Vico Magistretti di Milano e docente di museologia all’Università Statale di Bergamo («Una moderna valorizzazione museale del collezionismo privato»).

Museo delle Culture

info.mcl@lugano.ch

Tel. +41(0)58 866 69 60

Breve storia di Villa Malpensata

L’edificio principale del complesso che ospita il Museo delle Culture fu costruito alla metà del Settecento, nell’ambito di quel più generale riassetto monumentale e paesaggistico delle rive dei grandi laghi alpini. Dopo aver subito nel tempo trasformazioni e ampliamenti, nel 1845 l’edificio divenne proprietà della famiglia Caccia che nel 1893 lo cedette al Comune di Lugano, a condizione che fosse stabilmente trasformato in museo. Fra il 1967 e il 1973, dopo una prima ristrutturazione, la Villa fu interamente destinata a funzioni espositive, ospitando mostre temporanee di diversi generi.

Nel 1992, dopo nuovi lavori di restauro che intervennero in modo deciso sulla struttura interna, divenne la sede del Museo d’Arte.

Museo delle Culture

La ex-sede del Museo delle Culture che sta per essere trsferita a Villa Malpensata:

Heleneum, Via Cortivo 24/28, 6976 Lugano, Svizzera Tel. +41.(0)58.866.6960
www.mcl.lugano.ch – E-mail info.mcl@lugano.ch

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Ci auguriamo di poter ammirare al più presto una mostra permanente che permetta al pubblico di avvicinare i tanti capolavori artistici e di prezioso artigianato sul tema del pettine, donati da una generosa signora svizzera.

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