Giornalista contro la povertà – In Tunisia si era dato fuoco – Dopo i funerali tensione palpabile

Ritorna sulle pagine dei giornali  di tutto il mondo la brutta notizia della disperazione per povertà in Tunisia

un giovane si era già dato fuoco tempo fa – portando al cambio del capo dello stato

E’ un giornalista il nuovo simbolo della rivolta

Kasserine – 170 km a sud di Tunisi

Il reporter, Abdel Razzaq Zorgui, di 32 anni, si era dato fuoco dopo aver pubblicato un video-messaggio con  un appello contro la povertà e la disoccupazione persistente nella sua regione – la più povera della Tunisia

La Tunisia è un paese che si dibatte nel nuovo, che è gradito e  voluto da molti imprenditori – anche nel campo del turismo – e in un substrato di povertà e rancori di molta parte della popolazione.

Accendere la miccia è facile; gli argomenti non mancano, ma poi ne paga le conseguenze il turismo e la ricchezza nazionale … un tremendo vortice che avvolge molte parti del mondo; allo stato attuale delle cose.

Mentre i Paesi del Sud Est asiatico, la Cina, l’India e altri, conoscono un’ epoca di consumismo, mai vista prima, nelle periferie e nelle campagne di Africa, Europa e molti altri Paesi, gli stessi USA... sono sempre più quelli che vedono decurtato il loro stile di vita.

Ovviamente c’è grande disparità di livello economico se paragoniamo l’Africa all’Europa o agli USA, ma sempre di decurtazione si può parlare.

Nell’Africa che noi visitammo oltre 40 anni fa, esisteva una povertà che non conosceva la fame come oggi, non conosceva i danni del cambiamento climatico; ognuno coltivava il suo piccolo orto, allevava le sue galline ecc… c’era poco, ma c’era la gioia negli occhi dei bambini e delle madri, non c’era disperazione. Sull’argoemnto potete sapene di più leggendo il bellissimo e realistico articolo del LA STAMA al link: https://www.lastampa.it/2012/04/15/scienza/la-lenta-agonia-dei-laghi-africani-zX1drpbDfngHNvITOurEWJ/pagina.html

Un esempio: il 21 per cento delle specie d’acqua dolce dell’Africa continentale è a rischio di estinzione, con conseguenze devastanti per milioni di persone per le quali la pesca rappresenta la principale fonte di sostentamento. L’allarme  è stato lanciato dall’International union for conservation of nature and natural resources (Iucn).

Nel lago Vittoria (Africa) l’inquinamento dell’acqua e l’introduzione del gigantesco persico del Nilo (Lates niloticus), che arriva in tutti i nostri sueprmercati, negli ultimi trent’anni ha causato la scomparsa di molte specie indigene; che servivano come unica fonte di proteine per gli abitanti delle coste. 

Oggi in molti Paesi, non solo in Africa manca l’acqua potabile; perché le falde acquifere sono state inquinate dalle attività dell’uomo. Noi avevamo visto  e mangiato l’ottimo pesce delle acque limpidissime del lago Titicaca in Perù,  ed ora siamo stati informati, da filmati e notizie affidabili, che lì ci sono sversamenti di mercurio e altri metalli pericolosi a causa di nuove estrazioni minerarie e produzioni industriali.

Anche in Italia, ad esempio il fiume Sacco contamina le acque e il cibo che cresce intorno; nonostante i divieti di legge.

Certo che quello che abbiamo scritto è limitato; è solo una somma di pochi esempi che però abbiamo ben verificato personalmente.

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