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Piacenza, una meta che non è tra le più gettonate per un weekend, ma che riserva, al viaggiatore attento, molte sorprese.
Leonardo da Vinci scrisse:”Piacenza è terra di passo”.
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Fondata nel 218 a.C. con il nome ben augurale di Placentia, mantiene un apparato di cinta muraria di notevole valore; mentre nel centro storico si riconosce l’impronta romana nella scacchiera regolare degli isolati.
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Con l’avvento del Cristianesimo appaiono le prime basiliche come quella di Sant’Antonio.
Il dominio longobardo porta ad una riorganizzazione della vita urbana, poi promossa dai vescovi e quindi dal potere carolingiio.
Il 997 vede la città sul percorso della via Francigena, grazie al vescovo-conte, il passaggio dei pellegrini arricchisce la città che attira anche molti mercanti. Sono tempi per una vera rinascita economica e demografica.
Il concilio del 1095 si tiene a Picenza e papa Urbano invita alla prima Crociata.
Nel 1126 la città è libero Comune, per poi divenire parte della Lega Lombarda e combattere Federico Barbarossa. Seguono diverse sconfitte, ma alla fine nella Chiesa di Sant’Antonio si firmano i preliminari della pace di Costanza (1183).
La civiltà comunale porta molte trasformazioni, la più importante è la produzione tessile, ma anche centro mercantile e finanziario.
Nel 1200 i guelfi arrivano al potere, seguiti dai Visconti e poi dagli Sforza.
Il dominio pontificio arriva nei primi anni del 1500 e si costruisce la poderosa cinta muraria; in gran parte ancora conservata. Nel 1545, papa Paolo III Farnese costituisce il Ducato di parma e Piacenza. Il grandioso Palazzo Ducale diviene simbolo del potere dei Farnese che qui rimangono sino al 1731.
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Palazzo Farnese è certamente il miglior rappresentante di questa interessante cittadina (da visitare i Musei Civici del palazzo; veramente interessanti, ne parlo più sotto).
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Subentrano poi i Borbone che vi rimangono sino al 1859.
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Segue il saggio dominio di Maria Luigia d’Austria 1816 1846, una donna che ordina di costruire ponti, bonificare le terre, favorisce riforme sociali, economiche e la vita artistica e culturale.
Il 10 maggio 1848, con un plebiscito Piacenza chiede di entyrare nel Regno di Sardegna.
La città fu poi gravemente danneggiata dalla Seconda Guerra Mondiale, ma riesce a rinascere grazie al boom economico del dopoguerra.
Oggi Piacenza vive ancora di agricoltura e produzioni di alimenti esportati in tutto il mondo.
Molteplici sono gli itinerari storici e architettonici:
-medioevale
-rinascimentale
-dal Seicento in poi
-Piacenza città di teatri, musei e musica ecc…
Piacenza, è vicina a Bologna e non lontana da Milano; una caratteristica che la rende ancora più interessante come meta pe run fine settimana.
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Piacenza è da scoprire anche per lo shopping; più economico che nelle più famose città lombarde.
Non ultima, per importanza, la cucina e i prodotti tipici alimentari.
Al sabato nella piazza principale si tiene un ricco mercato di frutta verdura e ottimi salumi e formaggi locali.
Da non perdere in città e nei dintorni:
-Palazzo Vescovile e piazza del Duomo
-Palazzo Costa
-Palazzo Cragnani
-Palazzo Farnese, in assoluto il più ricco di proposte e musei interessanti
-tanti altri palazzi e castelli, ma l’elenco sarebbe lunghissimo.
Il consiglio è camminare in centro e guardare con occhio attento; volendo, dopo aver letto una buona guida come quella del Touring.
I Musei Civici di Palazzo Farnese:
www.palazzofarnese.piacenza.it
Qui si possono visitare dagli affreschi tardomedioevali ai vetri e ceramiche di grande artigianato, sino alle armi di varie epoche e l’appartamento ducale. Anche la Pinacoteca offre motivi di interesse come un Tondo di Botticelli. Il Museo delle Carrozze è sempre una grande attrazione per grandi e piccoli.
Per gli appassionati il Museo Archeologico è imperdibile; un vero ripasso della storia dell’uomo anche con ritrovamenti di altri luoghi.
Da non perdere, se avete abbastanza tempo: Castell’Arcuato.
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la scelta è vasta e io, se torno, seguirò le segnalazioni di osterie d’Italia e di chi ci è già stato e merita fiducia: Bitter, Da Marco Osteria del Trentino; una vera istituzione del buon cibo, macellaio, ha in carta anche parti diffcilmente trovabili come: fegato, animelle, cervella, ottima la lingua salmistrata, oltre ai primi tradizionali anche gnocchi al ragù di anatra, guaciale brasato e molto altro), Enoteca da Renato, San Giovanni.
Io ho cenato in una delle più note trattorie La Carrozza:
il cibo qui è solo nel rispetto della tradizione, niente di particolarmente pretenzioso, ma decisamente tutto molto goloso. Da non perdere il misto di affettati, il gnocco fritto, tutti i primi sono buoni io ho scelto gli anolini in brodo e poi anche il dolce con il mascarpone (anche se il mascarpone non è quello di una volta, ma la maggioranza non se ne accorge); ottimi i vini. Prezzoa testa diviso in 10 persone 37 euro.
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Per dormire la scelta è molto vasta, basta gurdare su Booking .com
Personalmente ho scelto l’Hotel Grande Albergo Roma, non è come i Grand Hotel di una volta, ma va bene se serve stare in centro e un parcheggio comodo, ma a pagamento; sempre disponibile.