Arte partorita dal lockdown – tempesta del web

Come un’orgia digitale

Virtuale e reale sempre più connessi: da on-line a on-life

Sono bastati i 90 giorni di lockdown, perché l’arte contemporanea si mettesse in moto come un uragano, supportata da quello che si vuole sia il futuro di tutto: il web, l’inconsistente, il virtuale, il non-umano.

Chiuse le gallerie, tutta l’arte contemporanea, quella più nota e più organizzata, si è riversata come la tempesta perfetta sul web.

Ed ecco il parto di una delle mostre più sofisticate in realtà virtuale;  quella di Hauser & Wirth, che per agosto ha in programma una “vera” fiera on-line: June Art Fair.

Idem, per il Virtual Space di Massimo de Carlo; primo spazio virtuale per eventi ideati direttamente dagli artisti, come John Armleder e Rob Pruitt.

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Idem anche per le aste virtuali; che hanno invaso lo spazio del web.

Ma la gallerista svizzera Dominique Lévy ha buttato acqua sul fuoco, dichiarando alla Cnn che saranno esperimenti interessanti, ma le fiere on line non funzionano bene come quelle reali; addirittura avrebbero un effetto depressivo sul collezionismo.

Di fatto, gli effetti economici delle fiere on line, non sono stati entusiasmanti. Per fortuna, diaciamo noi !

Art Basel, nel 2019, ha avuto vendite intono ai 2 milioni di dollari, quest’anno, on line, solo 100 mila dollari …

Copertina: mascherine-firmate-Ai-Wewei-messe-in-vendita-per-beneficienza-su-E-Bay.jpg

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