Cinema solo per cinefili – il genio di Tarkovskij on line

Nel cinema autentico lo spettatore non è tanto uno spettatore quanto un testimone

Geniale regista russo – Tarkovskij

Ingmar Bergman sosteneva che Andrei Arsenyevich Tarkovsky fosse il più grande regista al mondo

” Il film, quando non è un documentario, è un sogno “; parole di Tarkovsky

Sono otto le sue opere che formano la sua filmografia; ritenuta un vero capolavoro della cinematografia mondiale.

Ora on line su:

www.cinetecamilano.it

Andrej Tarkovskij è nacque il 4 aprile 1932 nella città russa di Zavraž′e (Ivanovo -sul fiume Volga), a nord est di Mosca.

Il padre, Arsenij Aleksandrovič, era un poeta e un traduttore, la madre, Marija Ivanovna Višnjakova, un‘attrice.

Tarkovskij andò a scuola a Mosca nel 1939, ma, al tempo dell’invasione nazista della Russia, fu costretto ad allontanarsi con sua madre (ora divorziata) e sua sorella a Jur’evec.

Tarkovskij studiò: pittura, letteratura e musica: innamorato dei compositori classici russi, poi cominciò ad amare i tedeschi, soprattutto Bach.

Dopo il liceo nel 1951, Tarkovskij entrò nell’Istituto di studi orientali di Mosca, dove studiò arabo, ma lo abbandonò.

Trascorse un anno in Siberia, lavorando a una spedizione geologica: dove, alla ricerca di giacimenti minerari, camminò per molte centinaia di miglia lungo il fiume Kurejka, disegnando e pensando.

Tornò a Mosca e frequentò il Vgik (Istituto statale di cinematografia dell’Unione Sovietica); fu uno dei 15 studenti ammessi alla scuola su 500 candidati. Le sue doti furono riconosciute subito. 

Poi vennero i problemi con il potere comunista, andò in esilio in Toscana e morì giovane a Parigi.

La filmografia di Tarkovskij ci parla di uomini che non sanno come adattarsi alla realtà, che si rifugiano in un tempo interiore, fragile, complesso.

Le sue pellicole,  cambiano forma e significato, secondo le conoscenze, le esperienze e l’anima dello spettatore.

Il regista, si domanda cosa conduca  da più di un secolo le persone in una sala buia per stare sedute un’ora e mezza e guardare un gioco di ombre sopra un “lenziolo”?

Il motivo sarebbe nella ricerca del tempo perduto o di quello che non si è mai trovato.

L’uomo va alla ricerca di un’esperienza vitale, perché il cinema, come nessun’altra forma d’arte, amplia, arricchisce e concentra l’esperienza fattuale dell’uomo ma, ciò facendo, esso non solo la arricchisce, bensì l’allunga considerevolmente.

E in ciò che consiste l’effettiva forza del cinema, e non nelle ‘stelle’, nei soggetti convenzionali, nella sua capacità di divertire. Nel cinema autentico lo spettatore non è tanto uno spettatore quanto un testimone”.

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COPERTINA :  ” Il potere nella ex Urss ” – San Pietroburgo 2012 – foto di Grazia Seregni Copyright© All rights reserved – Qualsiasi riproduzione, anche parziale, senza autorizzazione scritta è vietata. Legge 633 del 22 Aprile 1941 e successive modifiche.

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