Una Biennale che merita sempre di essere visitata
La fragilità diventa produzione artistica
MANIFESTO OF FRAGILITY XVI edizione
Un racconto dell’estrema incertezza del mondo contemporaneo, testimonianza e denuncia delle nuove sfide, anche pericolose, che ci troviamo ad affrontare.
Sino al 31 dicembre 2022
Ingresso 20 euro .
Resistere al caos contemporaneo
Una rassegna solitamente contenuta nelle dimensioni, quest’anno invece si presenta in ben 12 luoghi diversi con 200 artisti.
Da apprezzare il titolo; adeguato ai tempi che corrono con tutte i possibili impliciti sottintesi.
A volte i lavori richiedono una complessa interpretazione, come troppo spesso accade nell’arte contemporanea, a volte mostrano una convincente efficace inventiva.
Al Museé Guimet ci attende una scenografia “da film” dell’arte contemporanea.
“A Manifesto of Fragility”, è un tema attuale, liquido, non consolatorio, ma sempre stimolante che i curatori. Partendo da una formula generativa di resistenza che si rifà al passato, influenza il presente e guarda al futuro.
Till Fellrath, co-curatore:
“La fragilità è davvero un tema che è all’attenzione di tutti in questo momento e, infatti, quando siamo stati nominati curatori di questa edizione della Biennale, appena un paio di settimane più tardi è iniziata la pandemia e tutte le frontiere si sono chiuse. Quindi, non siamo nemmeno potuti tornare fisicamente a Lione. È stato in questo contesto che abbiamo iniziato a parlare con gli artisti e ci siamo resi conto che davvero c’è qualcosa che ci unisce tutti, in questo momento“. Forse anche la guerra in Ucraina ? O meglio non nominarla; per non disturbare chi può ( e forse anche potrà), vivere al di fuori di un tale sconvolgente problema ???
ADVERTISING
L’artista belga Hans Op de Beeck, “We Were the Last to Stay”, (”Siamo stati gli ultimi a restare”): un’intera città ripensata in versione post-apocalittica rappresenta bene il nostro oscuro futuro. Certamente un’opera impattante.
le parole del co-curatore, Sam Bardaouil; “La nostra intenzione era quella di creare questo confronto tra artisti e partner inaspettati. In un certo senso gli artisti sono sempre stati contemporanei, hanno sempre cercato di riflettere sul momento attuale e di creare opere che parlassero di un certo tempo, di una certa questione. Questi moulages rappresentano questo. Allo stesso tempo, portarli negli spazi della Biennale a Lione parla anche di continuità”.
Molti musei della città, rinascimentali, archeologici, religiosi o di storia naturale, sono associati alla Biennale e permettono ai visitatori di avere una panoramica sul patrimonio artistico.
88 artisti provenienti da 39 Paesi possono essere scoperti a Lione fino al 31 dicembre.