Libro da leggere – Francesca Borri Ma quale paradiso ? – Non andremo alle Maldive !

Ma quale paradiso?

Tra i jihadisti delle Maldive – Ma quale paradiso ? Un libro di Francesca Borri – più sotto parleremo anche del libro

PER COMINCIARE VI PARLO DELLE MIE MALDIVE

Foto: si vede il grigio della barriera corallina morta in superficie e sino a 17 metri

quelle isole che ho consociuto – amato e frequentato per decenni

Premesso che quanto scritto non si rivolge alla popoazione povera delle Maldive; che è ancora mal pagata, anche negli alberghi di lusso e da decenni vede sfilare davanti ai suoi occhi cibo abbondante che non potrà mai mangiare e sfoggio di lusso, razzismo e  arroganza di alcuni clienti . Ammetto che tutto questo ha potuto favorire ogni più becero fondamentalismo.

Chi scrive su questo giornale ha mato le Maldive e la sua gente, vi è stata  per la prima volta quando ancora c’era un solo “albergo”; fatto solo di capanne di paglia e si mangiava riso e poco altro; niente frutta.

Ci sono poi tornata tante volte per fare foto subacquee, ma negli ultimi 30 anni ho visto quello che non avrei mai voluto vedere.

Le isole – il mare – la barriera e la stessa gente è cambiata … inquinamento, soldi facili, arroganza; tutto il peggio della globalizzazione.

Al turista frettoloso dell’albergo di lusso, non si fanno vedere l’intera isola di depositi di :Tv cellulari frigoriferi che da oltre 40 anni sta di fronte alla capitale Male, né  le parti dell’oceano non ripulite dalle grandi masse di plastica.

Al turista frettoloso  non si spega che la barriera viva a pelo d’acqua era un’altra cosa.

Le donne oggi alle Maldive hanno tutte il velo che impedisce all’aria di rinfrescarle e pantaloni lunghi anche quando ci sono 40°, fanno il bagno completamente vestite; le ho viste sudare  e piangere per il sale del sudore che le entrava negli occhi.

Oggi la legge del Corano, quella permissiva che avevo visto io non c’è più è stata cancellata da un’ondata di estremismo, impone regole severe a tutte le donne, mentre gli uomini continuano a pavoneggiarsi in magliette e pantaloni corti spesso firmati …ù

Ma il mercato del pesce nella capitale è vuoto; non c’è più pesce. Lo hanno pescato e distrutto i grandi pescherecci al largo con reti grandi come delle regioni italiane.

Una volta qui la gente era cordiale, non mancarva mai un sorriso sincero; oggi tutti sorridono se vedono ch esei un turista ricco disposto a spendere molto.

La stessa polizia si è comportata malissimo con me in aeroporto, quando ho a avuto bisogno di informazioni. Mi hanno dato ripetutamente informazioni sbagliate, mi hanno fatto perdere la barca di proposito, per poi mandarmi per poche ore, in un albergo di qualche amico che dava loro la percentuale. Ho reclamato con lo stesso Ministero del Turismo; mai una risposta.

Un video che non potete perdere – Le Maldive non sono il paradiso che ci dicono

Foto: la barriera grigia e un pesce colorato tra i pochi sopravvissuti fino a 17 metri sotto il mare.

Ma torniamo al libro Ma quale paradiso ? 

Tutti conosciamo qualcuno che è stato alle Maldive.

Ma quanti di noi sanno che si tratta di un paese musulmano?

E che sono il paese con il piú alto numero pro capite di foreign fighters?

Alle Maldive tutti conoscono qualcuno che è stato in Siria.

Nonostante la pretesa universalità del «califfato», i jihadisti sono molto influenzati dai contesti nazionali.

Nella scelta di arruolarsi l’emarginazione economica e sociale spesso ha un ruolo piú decisivo della religione.

Icona del turismo di lusso, sinonimo di paradiso, le Maldive OGGI sono in realtà tra le isole piú inospitali del pianeta.

La popolazione è concentrata nella capitale, Male, una delle città piú sovraffollate al mondo, preda di povertà, criminalità, eroina.

Dal turismo arrivano miliardi di dollari, che finiscono a una manciata di imprenditori vicini al governo, che non tollera alcun dissenso.

In questo libro-reportage non parlano solo i jihadisti.

Parlano i loro fratelli, i loro amici.

Che anche se non condividono le loro ragioni, non li contrastano, perché non si sentono parte del mondo contro cui combattono.

Sono i nostri autisti e camerieri.

Un libro per capire …

P come Paradiso. Un reportage sorprendente per capire il fondamentalismo islamico da un luogo dove primo e terzo mondo sono divisi ma vicini e il loro contrasto è illuminante

Tutti conosciamo qualcuno che è stato alle Maldive. Ma quanti di noi sanno che si tratta di un paese musulmano? E che sono il paese con il più alto numero pro capite di foreign fighters? Alle Maldive tutti conoscono qualcuno che è stato in Siria. Nonostante la pretesa universalità del «califfato», i jihadisti sono molto influenzati dai contesti nazionali. Nella scelta di arruolarsi l’emarginazione economica e sociale spesso ha un ruolo più decisivo della religione. Icona del turismo di lusso, sinonimo di paradiso, le Maldive sono in realtà tra le isole più inospitali del pianeta. La popolazione è concentrata nella capitale, Male, una delle città più sovraffollate al mondo, preda di povertà, criminalità, eroina. Dal turismo arrivano miliardi di dollari, che finiscono a una manciata di imprenditori vicini al governo, che non tollera alcun dissenso. In questo reportage non parlano solo i jihadisti. Parlano i loro fratelli, i loro amici. Che anche se non condividono le loro ragioni, non li contrastano, perché non si sentono parte del mondo contro cui combattono. I jihadisti, alle Maldive, non sono degli squilibrati. Sono i nostri autisti e camerieri.

Ma quale paradiso ?, Francesca Borri, Einaudi, 16 euro.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*