Arte ai tempi del Covid-19 – Dove va l’arte ?

La risposta più banale:

” Niente sarà più come prima ”

Lo hanno detto in tanti, ma noi vogliamo andare oltre e, se possibile, cercare di capire di più

Da sapere:

tutti schiavi del marketing

  • molti degli investimenti fatti dalle gallerie d’arte (e non solo), prima del Covid, erano tutti a debito; quindi scoperti, senza alcun capitale di copertura; come se tutto potesse e dovesse sempre andare avanti, crescere, andare meglio …
  • una volta (all’inizio e metà del 1900) se si guadagnava 100 si investiva solo il 30%, ovvero 30; nel secolo XXI, si guadagna 30 e si investe cento
  • oggi, c’è una sola tendenza: crescere sempre, costi quel che costi; è la regola imposta dal marketing
  • gli artisti vogliono guadagnare sempre di più, i collezionisti speculare sempre di più, i galleristi vogliono essere sempre più in vista
  • le responsabilità sono di tutti; tutti partecipano al medesimo “balletto”
  • regna l’avidità in tutto (non solo nell’arte); tanto più guadagni oggi, tanto più vuoi guadagnare domani
  • un esempio: una volta si andava in vacanza nel medesimo luogo e si era contenti, oggi se non si parte, ogni anno, per un luogo esotico e lontano, ci si vergogna (almeno la maggioranza che può o vorrebbe potere)
  • la vita di tutti i giorni è diventata per, quasi tutti, una performance: domani più di oggi
  • si tira sempre più la corda, ma prima o poi la corda si spezza …
  • come nella vita di tutti i giorni, anche il sistema arte: collezionista, artista, gallerista, case d’asta, musei, biennali, grandi mostre; tutti sono pervasi dall’ansia performativa
  • come nel mondo degli investimenti in borsa, quando si arriva a vertici mai visti ecco il crollo; e così è per l’arte che ha bisogno delle crisi per auto-regolarsi, per capire cosa merita di essere salvato e cosa  era solo un pallone gonfiato
  • oggi, il valore delle cose è solo in base al costo, non sulla reale qualità
  • la colpa è di un impoverimento culturale e quindi di giudizio autonomo, ci si fida dell’ “esperto” del momento, ma non si è in grado di valutare quello che si compra o si vende … vince chi fa più rumore, chi attira di più l’attenzione con scandali o volgarità …
  • oggi l’artista non fa la gavetta come una volta, vuole subito vendere e guadagnare molto; il prodotto è quindi di livello proporzionale alle sue capacità istintive, superficiali,  e non dettato da studi e approfondimenti … probabilmente nel tempo il suo valore effimero scenderà molto in basso
  • cosa fare ? fidarsi solo dei valori veri, avere i nervi saldi e non lasciarsi prendere dal panico del momento, sapere aspettare (se possibile)
  • arroganza  e memoria corta imperano, il proverbio cinese suggerisce di saper aspettare che passi il cadavere del nemico…

Copertina: particolare di “Occhio, ci stanno uccidendo” – tecnica carborundum e china –  Grazia Seregni Copyright© All rights reserved – Qualsiasi riproduzione, anche parziale, senza autorizzazione scritta è vietata. Legge 633 del 22 Aprile 1941 e successive modifiche.

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