Mostre sul Giappone a Torino e Bologna

DA TORINO A BOLOGNA – ARTE  GIAPPONESE

DUE MOSTRE CELEBRANO L’ANTICA ARTE DELL’UKIYO-E

cliccare sulle immagini per ingrandirle — Utagawa Hiroshige, La giovane Hatsu, opera tratta dalla serie “Confronto dei cento poemi scelti dai cento poeti a Ogura”. Stampa xilografica, 1846

 

Geishe in abiti preziosi, samurai, attori, lottatori di sumo, panorami esotici, cascate e monti innevati caratterizzano da sempre la pittura giapponese.

Kobayashi Kiyochica, Bellezza dell’era Kyoho dalla serie “Motivi floreali”. Stampa xilografica 1896

Utamaro, Hokusai, Hiroshige. Geishe, samurai e la civiltà del piacere.

 

Tsiukioka-Yoshitoshi-Dormiente-aspetto-di-una-prostituta-del-periodo-Meiji-dalla-serie-Trentadue-aspetti-della-vita-quotidiana

Dal 23 febbraio al 25 giugno a Torino, presso la Società Promotrice delle Belle Arti.

Il periodo Edo rappresenta quanto di più ricco e raffinato si trovi nella cultura giapponese.

In mostra 300 capolavori, alcuni mai esposti in Italia prima d’ora.

Presenti tutte le icone dell’arte giapponese: dal celeberrimo Hokusai a maestri come Hiroshige, Utamaro, Kuniyoshi.

Tsiukioka Yoshitoshi, Dormiente: aspetto di una prostituta del periodo Meiji, dalla serie “Trentadue aspetti della vita quotidiana”, stampa xilografica, 1888

I tratti erano semplici e precisi, ma alla fine dell’Ottocento influenzarono quasi tutti gli artisti europei.
Una spettacolare installazione invita i visitatori ad immergersi nell’iconica Grande Onda di Hokusai.

Hokusai Hiroshige Hasui

Katsushika Hokusai, La Grande Onda, costa di Kanagawa, Dalla serie Trentasei vedute del monte Fuji (1830-1831 circa)

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Yōkai. Le antiche stampe dei mostri giapponesi.

Dal 7 aprile al 23 luglio a Bologna, Palazzo Pallavicini
All’epoca dei samurai la fantasia faceva parte dell’iniziazione dei giovani guerrieri:
al buio, in una stanza illuminata da 100 candele, ognuno raccontava una spaventosa storia di yōkai; i terribili mostri della tradizione giapponese.

Chikanobu_Yoshu_Yamashiro_Neve_a_Rokuhara_1884.

Al tempo, “manga” significava “immagine divertente, fatta senza scopi seri”.

In mostra:200 raffinate xilografie, libri rari, armi antiche, piccole sculture ed un’armatura da samurai.

                                           

 

Due stampe di Kuniyoshi esprimono  ironia e  passione per i mostri tanto espressivi come personaggi di un moderno fumetto. 

Kuniyoshi_Utagawa_La_principessa_strega_Takiyasha_e_lo_scheletro_del_padre_1844_circa_bassa.

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